Due pollici sopra il ginocchio, circa cinquanta centimetri. Tanti sono bastati a Mary Quant per sforbiciare una gonna, scardinando forme e formalismi ed entrare nella storia come rivoluzionaria. Era il 1959. La minigonna nata nello casa di King’s Road, fa di quella via una nuova Mecca per la moda inglese e presto mondiale. I pruriti londinesi fregano sul tempo i lustrini di Hollywood, la Regina investe Mary Quant con l’onorificenza di Cavaliere della Corona Britannica, avallando la sua rivoluzione cortissima in terra Reale.
Il suo stile partiva dalla strada. Perché come scriveva Susan Sontag, una delle intellettuali più provocatrici del secolo scorso, la moda nasce da qui. E nella querelle su chi avesse inventato prima la minigonna, se l’haute couturier francese André Courrèges o la beat Mary Quant, lei dichiara: «Le vere creatrici sono le ragazze che si vedono per strada». Dando voce a un’antesignana: la francese Hubertine Auclert, che a fine Ottocento fondò la “Lega per le gonne corte” con cui, insieme al diritto di voto, rivendicava anche quello di liberare le gambe. E fu infatti per correre dietro ad un autobus, senza perderne la fermata, che Mary Quant accorciò di netto quell’orlo. Simbolo di costrizione e in qualche modo anche di disponibilità: intralcio ai movimenti e apertura al mondo maschile, protetto invece nei propri calzoni.
Una storia che va ben oltre la minigonna.